L’amore romantico tra la Bella e la Bestia
A Capodimonte, pittoresco borgo della Tuscia che si affaccia sul lago di Bolsena, si è conclusa la vera storia della Bella e la Bestia.
Walt Disney ci ha raccontato l’amore romantico di questi due personaggi che in realtà hanno una solida e verificabile base storica.
Ben sappiamo che le fiabe nascono da racconti immaginari, ma non tutte.
Gli studiosi ammettono che per una fiaba però c’è una base storica da cui partire per raccontare questa singolare vicenda.
La vera storia della Bella e la Bestia
Andiamo indietro nel tempo e precisamente nel 1537 a Tenerife, dove in una famiglia dl indigeni nacque un figlio ricoperto di folti peli rossicci da sembrare un animale esotico, una “bestia”.
A quei tempi non si conosceva la malattia genetica chiamata ipertricosi, ma la superstizione fece si che i genitori lo abbandonassero accecati dalla paura.
Il dono al re di Francia Enrico II di Valois
Fu poi salvato da dei religiosi, ma venne in seguito rapito dai francesi che lo portarono in dono al re di Francia Enrico II di Valois, marito di Caterina de’ Medici in occasione delle loro nozze.
Pedro Gonzales, cosi si chiamava il fanciullo, fece un lungo viaggio fino a Parigi chiuso in una gabbia per arrivare alla corte francese.
Qui Pedro ebbe un’educazione come un vero gentiluomo e dimostrò di essere intelligente e sensibile, infatti imparò il greco, il latino e il francese.
La moglie
Ormai adulto la regina Caterina pensò dl fargli prendere moglie per vedere come sarebbero venuti al mondo i figli.
Scelse la più bella fra le sue damigelle, che non era proprio contenta di sposarlo tanto che, quando lo vide, ebbe un mancamento.
I figli
Ci volle del tempo prima che la fanciulla si abituasse allo sposo e si innamorasse per la persona che era, brava, buona e generosa tanto che in seguito ebbero sei figli, quattro dei quali ereditarono la particolarità del padre.
Ultima tappa: Capodimonte
Per una serie dl vicissitudini della casa reale di Francia, Pedro e la sua famiglia furono ceduti ai Farnese, signori di Parma, che gli permisero di stabilirsi definitivamente sul lago di Bolsena, a Capodimonte, dove finirono i loro giorni.