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8 Febbraio 2025
AmbienteDal Territorio

La febbre del Litio a nord di Roma: adesso è realtà

Da quando la transizione verso le auto elettriche ha avuto una grande accelerata, il litio è salito agli onori della cronaca, pur essendo stato scoperto nella prima metà del XIX secolo ed utilizzato per la prima volta in grandi quantità per finalità belliche.

Negli anni della seconda guerra mondiale venne usato come lubrificante nei motori aeronautici, mentre durante la guerra fredda fu utilizzato nella produzione di armi nucleari. Ma non solo usi bellici per questo metallo raro, perché è stato impiegato con successo anche nel campo della medicina, per purificare l’aria, nelle lenti dei telescopi, e per tanto altro.

Come dicevamo in apertura l’utilizzo del litio nella produzione di batterie elettriche, utilizzate ad esempio anche nei cellulari e per tante altre esigenze, ne hanno esaltato l’importanza che continua a crescere con l’avvento irruento delle auto elettriche.

Ad oggi le auto elettriche e ibride plug-in in circolazione nel mondo hanno quasi raggiunto la cifra di venti milioni e ci si attende che nei prossimi anni ci sia un boom delle vendite, e secondo i più ottimisti nel 2030 questi veicoli potrebbero addirittura aggirarsi intorno ai 220 milioni.

Circa la metà di tutte le riserve di litio del pianeta si trovano in un’area al confine tra Cile, Argentina e Bolivia, il cosiddetto “triangolo del litio”, ed è il Cile, con circa 76 mila tonnellate estratte, il più grande produttore di questo metallo seguito da Australia (più di 74 mila tonnellate all’anno) e Argentina (circa 30 mila tonnellate).

Meno rilevante la presenza in Europa, dove le riserve più importanti sono in Portogallo e nell’Est-Europa ma ci sono anche altre nazioni con riserve di litio e tra questi anche l’Italia che ha deciso di esplorare e valutare le risorse di litio nel proprio sottosuolo ed esaminare la fattibilità della sua estrazione.

Dai primi rilevamenti effettuati nel nostro Paese i territori nei quali sembra esserci maggiore presenza di litio sono quelli compresi in aree vulcaniche tra la Toscana meridionale, il Lazio e i Campi Flegrei in Campania, dove il litio si trova disciolto all’interno di fluidi caldi profondi, i cosiddetti fluidi geotermici.

I territori laziali interessati dalla presenza di questo metallo raro sono alle porte di Roma, e più in particolare nella Valle del Baccano, al confine tra Cesano e Campagnano, a Formello, ad Anguillara Sabazia, a Mazzano Romano.

E ne sentiremo molto parlare, perché la Regione Lazio sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio n. 16 del 22 febbraio 2024 ha pubblicato le determinazioni con cui per un periodo valido due anni si concedono alla società Energia Minerals, impresa milanese controllata dal gruppo minerario australiano Altamin, i permessi di ricerca per il litio nell’area a nord della Capitale.

Il permesso di ricerca denominato “CASSIA” è quello che interessa il XV Municipio di Roma, Campagnano di Roma, Mazzano Romano e Formello, per una estensione di 2589 ettari, mentre quello denominato “MELAZZA” interesserà il XV Municipio di Roma, Campagnano di Roma e Anguillara Sabazia per l’estensione di ettari 368.

Compito principale di questi due permessi di ricerca affidati alla Energia Minerals è quello di individuare giacimenti di litio e verificarne la possibilità di sfruttamento. Seguiremo, vigileremo, e vi aggiorneremo sugli sviluppi di queste ricerche.

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