Borgo di Vione viene considerata la prima gated community italiana, diversamente da Albarella o Roccamare che si popolano solo durante le vacanze estive pur essendo di fatto aree chiuse agli estranei.
E’ un compound privato del norditalia, sorto sulle rovine di un’abbazia benedettina del XIII secolo che già al suo tempo sentiva la necessità di autoproteggersi dal mondo esterno.
Borgodivione.it per chi desidera saperne di più. Ovviamente imparagonabile per dimensioni con la nostra Olgiata, con cui a sua volta condivide aspetti che ci rimandano al tempo in cui le città italiane si circondarono di mura perché la tutela dell’impero romano era venuta a mancare.
Non desidero perdermi in banali considerazioni, ma è un fatto che il modello funziona per le esigenze primarie di chi ha una casa e una famiglia.
L’Olgiata per contro lamenta da sempre l’assenza di una piazza, tale da trasformare la lottizzazione in un borgo, senza considerare che una sola piazza non potrebbe contenere e far comunicare 2200 famiglie; di fatto le piazze ci sono e si identificano con circoli sportivi e luoghi di ritrovo: Piazza del golf, Piazza dell’Ippica, Piazza Ribot e presto Piazza del Country.
C’è anche una piazza spontanea nata per i più giovani: Piazza Monticchio.
Modello di futuro sviluppo abitativo
Ecco perché la recente richiesta di continuare a vivere autogestiti, fatta da parte degli abitanti dell’Olgiata al Comune di Roma per evitare un oneroso, ingiustificato epilogo contrattuale di Convenzione che non conviene a nessuno, non esprime sfiducia, ma piuttosto volontà di supportare il pubblico perché cambino le cose al di fuori dei suoi confini, laddove le infrastrutture attuali non incoraggiano una migliore qualità di vita.
Senza cadere negli estremi di certe gated communities americane in cui vivono pensionati che rifiutano la presenza dei bambini nel loro perimetro per non essere disturbati o che accettano controlli nelle proprietà private per tutelare la proprietà comune, la gated community Olgiata dovrebbe essere incoraggiata e vista come modello di futuro sviluppo abitativo, e non tassata per spese mai esistite.
Giorgio Fabbi