La “Pinacoteca Capitolina” fa parte del sistema dei Musei Capitolini.
Una grande collezione di opere d’arte che si è sviluppata nel corso del tempo grazie a importanti donazioni da parte di grandi pontefici mecenati della cultura.
Nel 1471 il Papa Sisto IV della Rovere donò al popolo romano un gruppo di bronzi antichi che comprendevano anche la famosa “Lupa”.
La raccolta di opere continuò a crescere nel corso del 500 e del 700.
La Pinacoteca Capitolina fu creata dal Papa Benedetto XIV Lambertini e il cardinale Silvio Valenti Gonzaga.
Visitare le 9 sale della Pinacoteca Capitolina è un’esperienza straordinaria.
Lo spettatore viaggia nello spazio e nel tempo nell’arte del Medioevo e del Rinascimento.
Vediamo come la pittura si sia trasformata articolando di più temi storici, mitologici, letterari. Firenze, Siena, Napoli, Ferrara, Urbino, Padova, Bologna, Venezia, Roma diventano ferventi centri di produzione e innovazione artistica.
Mentre camminiamo per la prima sala i nostri occhi guardano estasiati pale d’altare e tavole dipinte.
Come non rimanere colpiti dalla grazia dalla bellezza e spiritualità che emana la grande tavola dipinta con la “Morte e Assunzione della Vergine” di Cola dell’Amatrice (Niccolò Filotesio, Amatrice 1480-Ascoli Piceno 1547).
Il dipinto è del 1515-16 originario del convento di San Domenico ad Ascoli Piceno. Cola dell’Amatrice è stato un artista e architetto molto importante divulgatore del classicismo di Raffaello.
Gli apostoli piangono sul corpo della Vergine che viene portata in cielo da un gruppo di angeli.
Tra gli apostoli sono presenti anche Santa Caterina da Siena e San Domenico. Attraversando la seconda sala possiamo ammirare opere del Cinquecento provenienti da Ferrara.
La città è stata artisticamente e culturalmente molto prolifica nel Rinascimento.
La signoria degli Estensi era un crocevia artistico molto importante per artisti e poeti tra i quali ricordiamo Torquato Tasso e Ludovico Ariosto.
Nella sala sono presenti opere dipinte da Garofalo come l’”Annunciazione”(1528), la “Sacra Conversazione”(1528-30) e dei collaboratori del pittore.
Tra questi ricordiamo l’Ortolano (Giovanni Battista Benvenuti, Ferrara 1487-1527), Dosso Dossi (Giovanni Luteri, Ferrara 1486).
Piermarco Parracciani