Il privilegio di vivere nella Roma dei Cesari
Chi vive a Roma ha l’immensa fortuna di poter vivere in luoghi cari alla nostra memoria, che richiamano le radici profonde del nostro popolo.
Quale privilegio vivere nella Roma dei Cesari, della tradizione cattolica con le sue basiliche cristiane, tra le vestigia della Roma barocca e rinascimentale, i palazzi umbertini, i marmi bianchi dell’Eur.
Ciò ricorda quali siano anche le immense responsabilità che richiedono impegno profondo quali rappresentanti del suo popolo, nelle istituzioni e in particolare lo avverto essendo eletta Senatore delle Repubblica, nel collegio di Roma centro, conquistandolo grazie alle centinaia di migliaia di romani che mi hanno preferita a Emma Bonino e Carlo Calenda e dove per anni ho svolto politica e sono stata nelle istituzioni di Roma Capitale.
Rappresentare le istanze dei romani nel lavoro parlamentare
Una responsabilità che si traduce in primo luogo nel rappresentare le istanze dei romani nel lavoro parlamentare, conseguendo risultati concreti come quando in sede di bilancio riuscii, pur nelle note ristrettezze, a finanziare, in uno straordinario ed efficace lavoro di squadra con il nostro Premier, un’altra importantissima tratta della Metro C, che deve congiungere il nord e il sud della Capitale donando a Roma un’ulteriore parte della rilevante infrastruttura.
Cosa ci chiedono i romani?
Semplicemente di poter vivere in una città decorosa, che assurga al rango delle altre capitali europee, dunque il mio impegno è rivolto a concorrere a dare a Roma lo status e i poteri che le spettano, contribuendo a dotala di una goverance e dei finanziamenti speciali che una capitale europea, al pari delle altre, deve avere.
Appena insediati non sapevamo se avremmo avuto abbastanza gas per l’inverno e oggi guardando i dati, nonostante la guerra Ukraino Russa, il conflitto Israelo palestinese, gli attacchi degli Houti che ci hanno costretti all’azione militare Apsides nel mar Rosso, si è registrato un +477.000 assunzioni a febbraio 2024, il dato del paese con il tasso di inflazione più basso a livello UE, la crescita maggiore di tutti gli altri paesi europei segnando un +3%. Eppure siamo in economia di guerra.
Il tema dell’immigrazione
In termini immigrazione il Presidente del Consiglio ha svolto una politica atta a disincentivare in ogni modo le partenze in particolare dall’Africa svolgendo in tale ambito il memorandum della Tunisia, il recente piano aiuti in Egitto, il Piano Mattei per l’Africa, l’accordo con l’Albania.
Gli sbarchi sono effettivamente diminuiti del 70% come certificato da Frontex.
Siamo soddisfatti del lavoro svolto in questo primo anno di legislatura?
Si ma nella consapevolezza dei tempi complessi che viviamo e del lavoro immenso che bisogna continuare a svolgere.
Lo faremo mantenendo quale costante bussola i valori della destra.
Di quella destra che sente profondo il senso della comunità nazionale, del bene comune, della continuità della Patria e del progresso ordinato.
Della meritocrazia contrapposta all’egualitarismo forzato di sinistra; del rispetto dei valori dell’ordine nazionale contrapposto alla messa in discussione dell’intero sistema-Paese.
Il senso di appartenenza alla Nazione ed allo Stato
Dell’ambizione ad uscire da un’ottica meramente materiale del mondo: senso di appartenenza alla Nazione ed allo Stato, valorizzazione della famiglia sono, in fondo, gli assiomi del diritto naturale, di quel giusnaturalismo che per San Tommaso d’Aquino era‘l’insieme di principi etici, generalissimi’, ovvero il diritto dell’uomo a rivendicare sempre la propria libertà. Per la destra, come insegnava Papa Wojtyla, “il Patriottismo si colloca nell’ambito del quarto comandamento, il quale ci impegna ad onorare il padre e la madre.
E’ infatti uno di quei sentimenti che la lingua latina comprende nel termine pietas, sottolineandone la valenza religiosa. Il patrimonio spirituale che ci è trasmesso dalla Patria ci raggiunge attraverso il padre e la madre, e fonda in noi il corrispettivo dovere della pietas.
La difesa della propria cultura e della propria identità che non va intesa come negazione dell’altrui identità, ma andando a respingere i virulenti attacchi a ciò che è insito nei valori della nostra tradizione: la lingua, la famiglia, il diritto alla vita, la distinzione tra i sessi.
Lavoriamo per un’Italia che combatte l’etica relativista, soggettivistica, la cultura del disimpegno e dell’apatia, il laicismo che non offre riferimenti e non si prende neppure la briga di cercarli.
Oggi la libertà, è sotto attacco
In modo strisciante, o evidente, dall’invasività del grande fratello di orwelliana memoria, all’intelligenza artificiale, dagli esperimenti di controllo sociale determinati dalle emergenze vere o presunte (cambiamenti climatici, pandemie ecc) all’omologazione imposta dal pensiero unico che annienta le differenze, abbatte i riferimenti tradizionali, violenta la cultura, le storie, i monumenti.
Assistiamo ad una progressiva decadenza dei vincoli di solidarietà, dei valori civici, del rispetto delle regole, ad un’esplosione di rivendicazioni di “libertà” fondate paradossalmente sull’attacco alle basi della libertà stessa, così come costruita dalla civiltà occidentale: si confonde cioè la libertà con la licenza di fare qualunque cosa, secondo un principio sostanzialmente anarchico che abbatte i riferimenti storici e valoriali nel nome di una rivoluzione nichilista.
Certo, il cammino della storia è costellato di guerre, errori, sangue ma anche e soprattutto di ardimento, genio, intelligenza, scoperte, invenzioni, costruzioni, luce, civilizzazione, la quale ultima si definisce nelle sue realizzazioni e nei suoi simboli.
Proseguiremo nel nostro lavoro volto a proteggere quei simboli, a rinvigorire il nostro popolo e a costruire un’Italia sempre più forte.
Lavinia Mennuni