In questa intervista esclusiva abbiamo il piacere di dialogare con Ivan Drogo Inglese, presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano, un Ente di interesse pubblico dedicato alla valorizzazione delle attività, dei beni e del patrimonio culturale del nostro Paese. Con un ruolo cruciale anche come Segretario Generale dell’Intergruppo Parlamentare del Patrimonio Italiano, Ivan Drogo Inglese ci offre una visione sulle strategie, le sfide e le opportunità legate alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale italiano, una risorsa unica e fondamentale per l’identità e l’economia della nostra nazione.
La valorizzazione del patrimonio culturale italiano rappresenta una grande sfida: quali sono le priorità e le strategie che gli Stati Generali del Patrimonio Italiano stanno attuando per preservare e promuovere il nostro patrimonio in Italia e nel mondo?
La valorizzazione del patrimonio culturale italiano rappresenta senza dubbio una delle sfide più grandi e affascinanti per il nostro Paese.
Tuttavia, al momento, questo obiettivo resta ancora un traguardo non del tutto raggiunto. Il nostro ente, Stati Generali del Patrimonio Italiano, adotta un approccio specifico e mirato per trasformare questa aspirazione in realtà.
Crediamo che, pur mantenendo alta l’attenzione sulla salvaguardia e la tutela – che devono restare priorità imprescindibili – sia giunto il momento di concentrarsi con decisione sulla valorizzazione.
Valorizzare significa andare oltre la semplice conservazione: significa rendere il patrimonio sostenibile anche dal punto di vista economico.
Le nostre strategie si concentrano, dunque, sulla creazione di modelli innovativi di fruizione, sulla promozione internazionale delle eccellenze italiane e sulla sensibilizzazione di nuovi fruitori e visitatori, con particolare attenzione alle giovani generazioni.
Solo così il nostro immenso patrimonio potrà davvero diventare una risorsa vitale per l’Italia.
Il patrimonio culturale italiano è spesso visto come un potenziale motore economico, soprattutto nel settore del turismo. Come coniugare l’esigenza di sviluppo economico con quella di tutela e conservazione dei beni culturali?
Utilizzare il patrimonio italiano come asset di sviluppo dell’economia e soprattutto come opportunità di lavoro e di occupazione per le future e giovani generazioni deve essere un obiettivo ed un traguardo.
In Italia ci sono già siti, privati e pubblici, che sono attrattivi e che hanno una gestione virtuosa.
Questi siti vanno utilizzati come esempi e come modelli di riferimento.
La chiave è trovare un equilibrio virtuoso tra la tutela e la conservazione dei beni culturali, da un lato, e la loro valorizzazione come asset strategico per l’economia e il turismo, dall’altro.
In Italia esistono già esempi virtuosi, sia nel settore pubblico che in quello privato, di siti culturali che hanno saputo coniugare una gestione sostenibile con un alto livello di attrattività.
Questi esempi di successo devono essere valorizzati e utilizzati come modelli di riferimento, replicabili su scala nazionale.
È necessario promuovere strategie che, attraverso una gestione innovativa e responsabile, permettano di generare risorse economiche, creare nuove opportunità di lavoro e, allo stesso tempo, garantire il rispetto e la salvaguardia del patrimonio.
Solo un approccio basato sulla sostenibilità – intesa come equilibrio tra sviluppo economico, tutela culturale e inclusione sociale – potrà assicurare che il nostro patrimonio non solo sia conservato, ma diventi anche un volano per il futuro del Paese e delle sue giovani generazioni.
Con l’avanzare della digitalizzazione e della tecnologia, come gli Stati Generali del Patrimonio Italiano stanno integrando l’innovazione per migliorare l’accesso, la fruizione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale?
La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il modo in cui il patrimonio culturale può essere reso accessibile, fruibile e valorizzato.
Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano riconoscono il potenziale di queste tecnologie e lavorano per integrarle in modo strategico, con l’obiettivo di accrescere l’attrattività e l’interesse verso il nostro patrimonio, sia in Italia che all’estero.
La digitalizzazione consente di superare barriere fisiche e temporali, rendendo possibile l’accesso al patrimonio anche da remoto, attraverso piattaforme innovative, tour virtuali e archivi digitali.
L’intelligenza artificiale, d’altra parte, permette di personalizzare l’esperienza dell’utente, offrendo contenuti interattivi e approfondimenti su misura.
La sfida è sfruttare queste tecnologie non solo per migliorare la fruizione, ma anche per preservare e monitorare il nostro patrimonio.
Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano ritengono che l’innovazione debba essere al servizio della sostenibilità e della partecipazione. Integriamo queste tecnologie con l’obiettivo di raggiungere nuovi pubblici, sensibilizzare le giovani generazioni e posizionare il patrimonio italiano come un modello di eccellenza, anche nell’era digitale.
La collaborazione tra pubblico e privato è spesso vista come un elemento chiave per la valorizzazione del patrimonio culturale. Qual è la visione degli Stati Generali del Patrimonio Italiano su questo tema e come si possono incentivare partenariati virtuosi?
Il partenariato pubblico-privato rappresenta oggi una realtà consolidata e uno strumento fondamentale per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano ritengono che questa collaborazione sia una leva strategica per mettere a sistema risorse, competenze e progettualità, al fine di garantire una gestione sostenibile e innovativa. Il Governo Italiano, e in particolare il Ministero della Cultura, riconoscono l’importanza di incentivare e sostenere questi percorsi.
Attraverso normative più favorevoli e strumenti di supporto, si sta cercando di creare un contesto in cui il settore privato possa investire in modo virtuoso nel patrimonio culturale, contribuendo sia alla sua tutela che alla sua promozione.
La chiave per il successo di questi partenariati è la costruzione di modelli collaborativi basati sulla trasparenza e su obiettivi condivisi, che sappiano rispettare il valore culturale dei beni e allo stesso tempo generare benefici concreti per le comunità.
Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano promuovono iniziative volte a favorire il dialogo tra pubblico e privato, fornendo esempi di buone pratiche e incoraggiando una pianificazione a lungo termine.
Inoltre, è fondamentale creare incentivi economici, fiscali e normativi che rendano appetibili per i privati investire nel patrimonio culturale, assicurando però che il loro intervento sia rispettoso della storia, dell’identità e delle esigenze di conservazione.
Solo attraverso partenariati virtuosi sarà possibile trasformare il nostro patrimonio in una risorsa attiva.
Molti piccoli borghi e aree meno conosciute del nostro Paese possiedono un patrimonio culturale inestimabile, ma spesso trascurato. Quali azioni concrete si stanno intraprendendo per includere questi luoghi nel processo di valorizzazione e promozione?
I borghi e i piccoli centri del nostro Paese rappresentano un patrimonio culturale inestimabile, spesso trascurato a causa del progressivo spopolamento e del processo di concentrazione demografica verso le grandi città.
Tuttavia, il loro rilancio è essenziale non solo per preservarne l’identità storica e culturale, ma anche per favorire uno sviluppo territoriale più equilibrato.
Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano ritengono che per attirare flussi turistici verso questi luoghi sia necessario un approccio integrato, che coniughi infrastrutture, servizi e promozione.
In primo luogo, è fondamentale incrementare i collegamenti e migliorare la mobilità, garantendo un accesso agevole e sostenibile.
Questo include il potenziamento dei trasporti pubblici, la realizzazione di percorsi ciclopedonali e il supporto a nuove forme di mobilità condivisa.
Parallelamente, è indispensabile lavorare sulla promozione culturale e turistica di questi territori.
Attraverso l’uso di tecnologie digitali, storytelling e strategie di marketing territoriale, è possibile valorizzare le peculiarità di ogni borgo, creando itinerari tematici, esperienze autentiche e forme di turismo esperienziale capaci di attirare visitatori.
Infine, è necessario coinvolgere le comunità locali, rendendole protagoniste attive del processo di valorizzazione.
Solo con il supporto degli abitanti, attraverso attività artigianali, eventi culturali e iniziative enogastronomiche, si potrà mantenere viva l’anima autentica di questi luoghi e trasformarli in destinazioni capaci di attrarre turisti senza snaturarsi.
In sintesi, il rilancio dei borghi passa attraverso una visione di sistema che sa combinare infrastrutture, promozione e partecipazione attiva delle comunità locali.