Senatrice Pellegrino, può fornirci un quadro attuale della situazione delle liste d’attesa nella sanità pubblica italiana?
Il tema è più che attuale e rappresenta una delle principali criticità dei servizi per la salute, con tempi di attesa che variano significativamente tra le diverse regioni e strutture.
Questo problema è da imputare ai precedenti governi di centrosinistra, che negli anni hanno imposto tagli su tagli alla sanità, lasciandola all’osso.
Tali politiche hanno progressivamente indebolito il sistema, riducendo le risorse e il personale disponibile, e aggravando ulteriormente la situazione con una cattiva gestione del covid, che ha sovraccaricato la capacità di rispondere alle richieste dei cittadini.
Tuttavia, dall’insediamento del Governo Meloni, sono stati fatti significativi sforzi per invertire questa tendenza negativa.
Sono stati messi in atto importanti stanziamenti di risorse aumentando la spesa sanitaria di oltre 3,6 miliardi rispetto all’anno precedente e raggiungendo i 134,7 miliardi di euro; si tratta di una spesa più elevata di 6.9 miliardi rispetto a quella sostenuta nel 2021 e di oltre 12 miliardi rispetto a quella del 2020. Il nostro governo ha, inoltre, introdotto misure concrete come il recente decreto-legge per ridurre le liste d’attesa che prevede l’implementazione di strategie volte a migliorare l’efficienza e la rapidità delle prestazioni sanitarie.
Quali sono i principali impatti delle lunghe liste d’attesa sulla salute dei cittadini?
Il lunghissimo tempo di attesa crea ritardi nelle diagnosi e nei trattamenti con un conseguente aumento dello stress e dell’ansia del paziente; inasprisce la sua qualità della vita ed in alcuni casi può portare a complicazioni che potrebbero essere evitate con interventi tempestivi.
Garantire l’accesso alle cure è un dovere delle Istituzioni e i tempi biblici in sanità contribuiscono anche alla crescente disaffezione verso la politica e le istituzioni, poiché i cittadini percepiscono una mancanza di attenzione ai loro bisogni essenziali.
Oggi a questa maggioranza è dato un compito gravoso, quello di invertire questa tendenza, e stiamo lavorando intensamente per farlo.
Quali ritiene siano le principali cause delle lunghe liste d’attesa negli ospedali e nelle strutture sanitarie pubbliche?
Quello che si percepisce ad una prima analisi è la carenza di personale medico e infermieristico, insieme ad una gestione inefficiente delle risorse, che non riescono a far fronte ad una domanda crescente di servizi sanitari. Tuttavia, la causa intrinseca è da ricondurre ai tagli alla sanità e agli anni di disattenzione sul tema da parte dei governi che ci hanno preceduto. Questi tagli hanno ridotto drasticamente le risorse a disposizione delle strutture sanitarie, compromettendo la capacità di offrire servizi in tempi ragionevoli.
Inoltre, la disomogeneità nei sistemi di prenotazione e la mancanza di coordinamento tra le diverse strutture sanitarie peggiorano il problema, creando ulteriori inefficienze.
Quanto influisce la carenza di personale sanitario?
Quando ci sono meno medici e infermieri disponibili le strutture sanitarie si trovano in serie difficoltà nel gestire l’alto volume di pazienti che richiedono assistenza. Questo inevitabilmente porta ad un aumento dei tempi di attesa per visite e interventi, che si incrementa di giorno in giorno.
Il Governo Meloni ha sviluppato una strategia per minimizzare i danni di una circostanza figlia di una scarsa programmazione da parte di chi ci ha preceduto: infatti, dopo 7 mesi di trattative, è stato firmato il contratto nazionale per 135mila dirigenti medici e sanitari. E su questa strada intendiamo proseguire, rinnovando, nei prossimi mesi, altre tipologie di contratto in questo settore.
Quali misure si possono mettere in campo per ridurre i tempi di attesa per le visite mediche e gli interventi chirurgici?
Il nuovo decreto-legge contiene diversi interventi, tra i quali l’istituzione di una piattaforma nazionale per il monitoraggio delle liste d’attesa, l’introduzione di un CUP unico regionale o infraregionale e l’estensione degli orari per le visite mediche anche nei fine settimana. Inoltre, è previsto l’uso di prestazioni private per sopperire alle indisponibilità sui servizi nel pubblico, ma con un costo in convenzione per evitare speculazioni economiche a danno del cittadino.
Ci sono iniziative recenti che hanno mostrato risultati promettenti nella riduzione delle liste d’attesa?
Sì, alcune regioni hanno sperimentato l’uso di piattaforme digitali per la gestione delle liste d’attesa, che hanno dimostrato di poter migliorare significativamente la trasparenza e l’efficienza delle prenotazioni. Ad esempio, l’implementazione di sistemi di reminder per le prenotazioni ha ridotto il numero di appuntamenti mancati, ottimizzando così l’utilizzo delle risorse disponibili.
In che modo la digitalizzazione e l’uso della tecnologia possono dare il loro contributo?
La digitalizzazione può facilitare il monitoraggio in tempo reale dei tempi di attesa e migliorare la trasparenza. La creazione di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa, integrata con le piattaforme regionali, permetterà una gestione più efficiente delle risorse e una riduzione dei ritardi nell’erogazione del servizio attraverso una migliore pianificazione e allocazione delle prestazioni.
Che ruolo potrebbe avere il settore privato nella riduzione delle liste d’attesa?
Il settore privato è una risorsa fondamentale per risolvere questo problema, poiché grazie alle misure messe in campo dal Governo è possibile fornire prestazioni pagando il semplice ticket che si pagherebbe in una struttura pubblica. Questo significa costi invariati per i cittadini e un incremento dei servizi disponibili.
In questo contesto, i professionisti e le strutture specialistiche possono contribuire significativamente alla riduzione delle liste d’attesa offrendo prestazioni sanitarie aggiuntive che possono essere utilizzate dalle strutture pubbliche in caso di sovraffollamento.
Quali sono le principali difficoltà nel reperire le risorse necessarie per affrontare il problema delle liste d’attesa?
Un problema centrale è la limitata disponibilità di fondi pubblici. Negli ultimi anni, la malagestione da parte dei governi Conte & company ha ridotto notevolmente la capacità di esprimere risorse per il settore sanitario. Il nostro Governo sta cercando di correggere queste inefficienze attraverso una gestione più responsabile delle spese, ponendo la sanità tra le priorità principali.
Quali sono i tempi previsti per vedere i primi risultati concreti?
Le misure introdotte dal nuovo decreto-legge potrebbero essere concretamente visibili già entro il 2025, con l’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario e la messa a regime delle nuove piattaforme di monitoraggio e gestione delle liste d’attesa. Stiamo lavorando per dare risposte rapide ai cittadini.
Qual è il suo messaggio per i cittadini che attualmente sono in attesa di cure e che potrebbero sentirsi scoraggiati dai tempi lunghi?
Le nuove misure adottate sono mirate a migliorare significativamente i tempi di attesa e la qualità delle cure. Il Governo è impegnato a risolvere questo problema con interventi concreti e tempestivi, lavorando per garantire che ogni cittadino possa accedere alle cure necessarie nel minor tempo possibile correggendo gli errori che la politica ha accumulato durante gli anni di malgoverno di PD e 5 Stelle.
Alla scarsa lungimiranza di questi, che ha dimostrato tutto il suo limite con i disastri della gestione del covid e che ha messo in ginocchio un’intera Nazione, stiamo cercando di rispondere con buon senso, pragmaticità e con la più grande dotazione di risorse di tutta la storia repubblicana.