Quali sono le sfide che il circolo del golf affronta nel rilanciare l’interesse e l’adesione?
Un Circolo di golf è una struttura dove le persone tendenzialmente passano molto tempo; deve essere accogliente e deve permettere di stabilire e sviluppare rapporti interpersonali tra i soci.
Chi frequenta un circolo come il nostro deve sentirlo come una seconda casa.
Credo che l’Olgiata Golf Club, con i propri servizi, offra questa sensazione ai propri soci.


Per questo motivo, chi si vuole associare, è tenuto a diventare proprietario di questa struttura (acquistando un’azione sociale); questo crea un rapporto forte e duraturo tra il circolo e chi ne entra a far parte.
Quali strategie di marketing potrebbero essere efficaci nel raggiungere nuovi membri e nel riportare i giocatori occasionali?
Ci sono due tipologie di golfisti oggi in Italia, alla prima appartengono i soci dei circoli più grandi, che spesso sono i più accoglienti e quelli con una più lunga storia alle spalle, come l’Olgiata.
Questi golfisti non vogliono solo giocare ma trovare anche una struttura piacevole, che li invogli a passare quanto più tempo possibile al suo interno.
Ad esempio, noi apriamo alle 8 di mattina e chiudiamo intorno a mezzanotte; all’Olgiata Golf Club, oltre a giocare a golf su 27 buche, si possono fare molte altre cose, come pranzare in un ristorante rinomato o giocare a bridge, perché la nostra Sezione Bridge è alla stregua di un circolo collegato alla Federazione.


I golfisti di cui sto parlando sono soci esigenti, ai quali occorre offrire un servizio di alta qualità a 360 gradi.
Una seconda tipologia di giocatori sono quelli che hanno meno tempo a disposizione. Terminato di giocare molto spesso rimettono la sacca in macchina e vanno via.
Li accogliamo volentieri quando vogliono giocare sul nostro campo, che è tra i primi in Italia, ma non sono tradizionalmente il nostro target.
Per questo mercato la competizione avviene principalmente sul prezzo.
Quali sono le tendenze emergenti nel settore del golf che potrebbero essere sfruttate per attrarre un pubblico più vasto?
La Federazione sta sperimentando modalità di gioco che portino alla riduzione del tempo necessario per fare una partita o una gara di golf. Mi capita spesso di dire che il golf non è uno sport per ricchi perché richiede molto denaro ma perché richiede molto tempo, e il tempo – come si sa – è una risorsa scarsa.
Per questo si stanno organizzando gare non solo sulle tradizionali 18 ma su 12 o su 9 buche, che ovviamente durano meno; inoltre si cerca continuamente di migliorare la velocità del gioco.
Non so se queste iniziative porteranno più giocatori, tutto dipende da ciò che cerca il golfista: passare una giornata di sport e relax in compagnia della famiglia e degli amici che frequentano lo stesso circolo oppure fare attività sportiva e poi dedicarsi ad altro, magari perché la famiglia ha interessi diversi.
Come può il circolo del golf adattarsi alle mutevoli esigenze e preferenze dei golfisti moderni, inclusi i giovani e le famiglie?
Noi siamo un Circolo da sempre molto aperto ai nuclei famigliari. Le nostre quote sociali sono pensate per i giovani e le famiglie.
Comprando una azione del circolo il capo famiglia acquista il diritto di far giocare tutto il suo nucleo, compresi i figli fino al 35° anno. I giovani che giocano da noi pagano quote bassissime fino ai 26 anni e anche dopo le quote associative salgono progressivamente.
Questo è perché sempre più spesso vediamo che sono i giovani che fanno avvicinare le famiglie al golf, cosa che prima non accadeva.
Quali iniziative di sviluppo del talento potrebbero essere implementate per promuovere la crescita del golf tra i giovani?
Quest’anno all’Olgiata è stato riconosciuto un premio molto importante a livello nazionale, che mancava a questo Circolo da molto tempo, che si chiama “Seminatore d’Oro” e viene attribuito al circolo che ha avuto il maggiore sviluppo dell’attività sportiva giovanile.
Dei nostri 700 soci più di 100 hanno meno di 26 anni, un dato eccezionale nel panorama italiano e di cui andiamo fieri.
Negli ultimi anni il nostro vivaio ha prodotto due talenti a livello internazionale: una ragazza, non ancora maggiorenne, attualmente 41esima al mondo della sua categoria ed un ragazzo, passato da poco professionista, che si è distinto al British Open (uno dei tornei più importanti al mondo) di due anni fa.
Tutto ciò si ottiene con molto impegno da parte degli atleti e delle loro famiglie ma anche con un forte sostegno da parte del Circolo che deve organizzare un ambiente adatto, fornire maestri bravi che aiutino gli atleti a crescere, spesso impegnando notevoli risorse economiche.
Quali sono le possibilità di collaborazione con altri settori, come il turismo o l’intrattenimento, per promuovere il circolo del golf e aumentare l’interesse?
Il mondo dell’intrattenimento è importante per dare ai nostri soci momenti di svago nell’ambito delle attività sociali, ma dove esiste da sempre una fortissima connessione è tra il golf e il turismo.
Purtroppo in Italia si promuove poco il turismo legato al nostro sport. Basti pensare a quanto successo con la Ryder Cup dove quasi il 90% delle persone che sono venute ad assistere all’evento erano stranieri, il che fa capire il potenziale turistico che può essere legato al golf.
Pensiamo che solo a Roma ci sono 8 campi da golf. Qui un turista appassionato del nostro sport potrebbe giocare su molti percorsi diversi mentre magari la propria famiglia gode delle infinite bellezze che la città offre o fa shopping in via Condotti.
Eppure in tutta l’area a nord di Roma mancano alberghi di livello o appartenenti a catene internazionali che possano attrarre questi flussi turistici.
Come possono essere migliorati i servizi e le infrastrutture del circolo del golf per rendere l’esperienza più accattivante e soddisfacente per i giocatori?
Un progetto che stiamo studiando da tempo e siamo in procinto di realizzare è la costruzione di una foresteria al nostro interno che possa accogliere chi viene a godere del nostro campo e della nostra Club House.


Come può il circolo del golf mantenere un equilibrio tra tradizione e innovazione per rimanere rilevante e competitivo nel mercato attuale?
Un circolo di golf importante è paragonabile a un albergo a 5 stelle. I servizi offerti (reception, spogliatoi, ristoranti, sale da gioco) devono garantire quel livello di eccellenza.
Preservare strutture storiche come la nostra è importante ma periodicamente occorre investire per restare al passo coi tempi.
Ad esempio, 12 anni fa abbiamo sottoposto il nostro percorso di campionato a una ristrutturazione importante per adeguarlo alle nuove caratteristiche del gioco, che richiede campi più lunghi e difficili di una volta. Spesso sono i nostri stessi soci “soprattutto i più giovani” che ci segnalano l’esigenza di innovare.
Puntiamo molto anche sulla professionalità del nostro personale, perché riteniamo che sia il nostro primo biglietto da visita.