Olgiata: la sicurezza e il controllo che tutti desiderano
Quanti sono i residenti nel comprensorio dell’Olgiata?
Abbiamo circa 2.100 consorziati, non c’è un censimento recente della popolazione ma parliamo sicuramente di più di 12 mila residenti, (tra cui moltissime famiglie provenienti da USA, Inghilterra ed altri paesi) basti solo considerare che quotidianamente registriamo circa settemila accessi dagli ingressi.
I residenti dell’Olgiata sono favorevoli o meno al ritorno della disponibilità del territorio al Comune di Roma, con conseguente apertura alla cittadinanza?
Partiamo da un dato certo. L’Olgiata chiusa la vogliono quasi tutti i consorziati, quelli che hanno un immobile di proprietà nel comprensorio di 6 milioni di metri quadrati e che obbligatoriamente devono far parte del consorzio.
Gli olgiatini veri vogliono un Olgiata chiusa e autogestita, lo prova un sondaggio, che conserviamo negli uffici del consorzio, nel quale tutti hanno espresso questa ferma volontà di voler continuare a vivere in un luogo sicuro e controllato, di non volere una “gestione” comunale perché temono una notevole svalutazione degli immobili e di ritrovarsi con tutti i disagi che vivono i cittadini residenti in altri quartieri di Roma, con degrado e furti.
Un sistema unico di sicurezza che aumenta anche il valore degli immobili
Furti che da noi non si verificano da circa cinque anni, grazie alla presenza di corpo di sorveglianza professionale altamente preparato, che gode della stima del CDA e dei consorziati, grazie al sistema di telecamere e radar, su tutto il confine, monitorato da una centrale operativa spesso utilizzata anche da forze dell’ordine che ci chiedono dati di accesso se utili a loro indagini.
Come si avvicinano bande di malintenzionati ai nostri confini scatta l’allarme e partono i guardiani interni che avvisano contestualmente le forze dell’ordine.
Nel mese di marzo ci sono stati due tentativi di intrusione a fini criminali nel comprensorio e sono stati messi subito in fuga.
Vi anticipo che miglioreremo ancora perché l’ultimo Cda ha deliberato l’acquisto di un drone che sarà usato per arrivare in pochi secondi sui malviventi, identificandoli, seguendoli e mettendoli in fuga.
Un sistema unico di sicurezza che aumenta anche il valore degli immobili.
Una eventuale non conferma dello status quo, dell’Olgiata oasi recintata e protetta, porterebbe un deprezzamento delle abitazioni?
Non c’è dubbio, questo è certo. Se l’Olgiata venisse aperta e potessero transitare tutti non si percepirebbe più quel senso di sicurezza sempre più ricercato.
Il nostro è un posto non solo sicuro ma anche curato nei minimi dettagli nel rispetto dell’ambiente.
A che punto siamo con l’annosa vicenda del rapporto tra comune di Roma e Olgiata in merito al futuro del complesso residenziale?
Facciamo un passo indietro nel tempo, la convenzione ha inizio nel 1968 con validità fino al 2008, per 40 anni.
Alla naturale scadenza non è successo nulla e nel 2011 c’è stata un nota dirigenziale comunale che ha prorogato di altri dieci anni la scadenza della convenzione.
Cosa stabiliva la Comune
La convenzione stabiliva che al suo scadere il Comune avrebbe avuto il diritto di acquisire le infrastrutture che sono state realizzate dal lottizzatore a scomputo degli oneri concessori.
Per essere più chiari, al momento in cui è stata stipulata la convenzione del 1968 il Comune poteva scegliere tra farsi pagare gli oneri concessori o far realizzare al lottizzatore le opere a scomputo da acquisire in proprietà alla scadenza.
Va sottolineato che il Comune alla scadenza della convenzione avrebbe potuto richiedere il trasferimento delle infrastrutture, richiesta che non è stata mai formulata.
Ma nel 2021 la convenzione è scaduta o no?
La convenzione è scaduta, salvo una considerazione giuridica che adesso vi riassumo. Durante il Covid sono stati emessi dei decreti, e poi leggi, che hanno previsto la proroga di tutte le convenzioni urbanistiche e quindi anche la nostra convenzione non dovrebbe essere scaduta.
Il nostro pool di legali sta portando avanti anche questa tesi.
Questo ci tengo a precisarlo perché c’è chi racconta un sacco di inesattezze giuridiche solo perché non vuole pagare le nostre quote e spera che tutto venga trasferito al Comune.
E’ ovvio che questi Consorziati potranno non pagare le quote consortili esclusivamente nel caso in cui il comune prendesse possesso delle infrastrutture.
C’è chi sostiene che la nuova convenzione da sottoscrivere con il Comune sarà particolarmente onerosa e non più sostenibile. E’ così?
Intanto chiariamo una cosa, si parla erroneamente di una nuova convenzione. Il Comune deve definire la convenzione del ’68 ed ha la possibilità di acquisire le infrastrutture.
Io sto lavorando per un nuovo accordo, e c’è un fatto storico a nostro favore.
La nota del Capo di Gabinetto del Comune
Per la prima volta nella nostra storia il Capo di Gabinetto del Comune ha scritto una nota in cui il Comune si dichiara disponibile a lasciare l’Olgiata chiusa e autogestita, e a breve si riunirà la Commissione Patrimonio, con gli assessori competenti, a cui ovviamente parteciperemo, per arrivare ad una conclusione.
In questa nota il Comune si dichiara disponibile a lasciare il comprensorio chiuso ed autogestito ma a fronte di un versamento di 17 milioni di euro da riconoscere quale importo per gli oneri concessori rivalutati a scomputo dei quali sono state realizzate le opere di urbanizzazione.
Il Comune si dichiara disponibile a rinunciare alle opere di urbanizzazione in cambio degli oneri concessori, rivalutati
In altre parole il Comune si dichiara disponibile a rinunciare alle opere di urbanizzazione in cambio degli oneri concessori, rivalutati dalla data di stipula della convenzione.
In questa lettera sono riportati analiticamente i valori di quelle opere, e i 17 milioni dovrebbero già scendere a 13, per la presenza di due aree all’interno del consorzio su cui c’erano vincoli scolastici il cui valore nella lettera citata del comune è pari a 3 milioni e 900mila euro.
Abbiamo proposto di spostare questi vincoli su aree ai confini a ridosso di strade pubbliche per dare possibilità al Comune di realizzare una scuola pubblica se eventualmente necessario.
A questo tavolo tecnico, per ridurre ulteriormente la richiesta, evidenzieremo ad esempio come l’impianto idrico è obsoleto e deve essere necessariamente cambiato, alla sostituzione dovrebbe provvedere il comune qualora lo acquisisse.
Compensare una parte consistente delle somme richieste
Il valore di questa opera sarà di diversi milioni di euro. Per non parlare poi delle strade interne che non sono a norma per la viabilità pubblica, e dovrebbero essere rese a norma con costi di svariati milioni.
E poi anche tutto ciò che riguarda le ordinaria e straordinaria manutenzioni di un’area così vasta ed immersa nella natura. Solo di manutenzione noi spendiamo 4 milioni di euro all’anno.
Se il Comune si facesse due conti comprenderebbe facilmente che l’acquisizione sarebbe
un’operazione a forte perdita per le casse comunali.
Ritengo che possano compensare una parte consistente delle somme richieste con parte dei costi che il comune andrebbe a sostenere prendendosi in carico l’intera area.
Un nuovo accordo con il Comune di Roma avrà una scadenza?
No, sarà a vita. Sarà definitivo perché sarà la chiusura della convenzione in essere senza l’acquisizione di nulla da parte del Comune e il Consorzio, che rimarrà chiuso ed auto gestito, si dovrà far carico in autonomia di tutte le spese necessarie per il suo sostentamento.
I nostri consorziati ritengo possano ritenersi soddisfatti di quanto stiamo ottenendo per preservare quanto costruito in quasi sessant’anni, e che oggi rappresenta un gioiello urbanistico unico in Europa.