Depressione senile
Tristezza, perdita di interessi, isolamento sociale, tendenza a trascorrere molto tempo a letto, nonché disturbi o preoccupazioni somatiche generalizzate, fino a veri e propri deliri ipocondriaci, sono spesso segnali sottovalutati negli anziani.
In realtà si tratta di un vero e proprio disturbo dell’umore, diagnosticabile come “depressione senile”, sempre più frequente nella popolazione over 65.
Depressione che, in questa fascia di età, può avere un particolare impatto sulla salute anche fisica, polarizzandosi su problematiche gastro-intestinali, e determinando un drastico calo della qualità di vita se associata a malattie croniche tipiche nell’anziano, come angina, artrite, asma, diabete.
Sintomi ai quali si possono associare problematiche di memoria o sintomi cognitivi di vario genere dovuti ad un disturbo depressivo – si parla di pseudo-demenza depressiva – che, a differenza della demenza vera e propria, possono attenuarsi o addirittura scomparire una volta che il quadro depressivo va migliorando.
Anche per questa patologia, non esiste una sola causa, ma alcuni fattori di rischio, che possono favorirne l’insorgenza, quali l’esposizione a eventi stressanti (lutti, pensionamento, perdita del lavoro), la familiarità con disturbi depressivi, l’indigenza economica, una scarsa rete di supporto sociale, presenza di malattie gravi – dolore cronico – disabilità, sui quali sarebbe possibile fare molta prevenzione, specialmente a livello territoriale.
Percorsi di cura e riabilitazione specifici
In ogni caso, per il trattamento della depressione senile esistono percorsi di cura e riabilitazione specifici, che si differenzia dal lavoro con gli adulti. Tra le terapie psicologiche più affidabili per il trattamento e la cura della depressione nella persona anziana vi è certamente la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) sia come intervento unico, nei casi di quadro depressivo sia lieve o moderato, o associata a trattamento farmacologico con antidepressivi, nei moderati-gravi.
La TCC, dopo una prima fase di valutazione, prevede un primo intervento di psico-educazione, in cui si forniscono al paziente dei modelli che spiegano le caratteristiche del disturbo di cui soffre. Segue l’individuazione dei pensieri disfunzionali e delle distorsioni cognitive che caratterizzano la depressione, con l’obiettivo di mettere in discussione tali pensieri e individuare alternative e modi più adattivi di pensare alla propria situazione. Fondamentale poi l’uso di tecniche comportamentali, come l’assegnazione di compiti graduali e programmi di risoluzione di problemi, che modificando il comportamento, finiscono per determinare un cambiamento sia cognitivo che emotivo. Il setting, infine, può essere individuale oppure di gruppo, soprattutto nei casi in cui si vuole offrire una maggiore opportunità di socializzazione.
Per info: https://apc.it/disturbi/anziano/modulo-di-contatto-disturbi-anziano/